martedì 8 aprile 2025

COCQUIO. GATTO UCCISO DA DUE CANI LASCIATI LIBERI

 Un gatto è stato sbranato da due cani liberi, un pastore tedesco e uno spinone, entrati nel cortile dell’abitazione della proprietaria del micio, che ha assistito impotente all’uccisione del suo amico a quattro zampe.

È successo nella mattinata di oggi, lunedì 7 aprile, in zona Sacra Famiglia. L’aggressione è stata segnalata su Facebook da un’amica della padrona del gatto Lucky, morto a 13 anni. «Il dolore che stiamo provando è immenso - racconta Alessia - e Giorgia è completamente sotto choc». La carcassa del felino è stata poi portata a un veterinario per un esame finalizzato ad accertare le cause del decesso, che sembrano comunque chiare.

«Niente e nessuno ci ridarà Lucky - conclude Alessia - ma vorrei far capire ai detentori di qualsiasi animale che questi vanno accuditi e gestiti per il loro benessere e la sicurezza degli altri. Questi incidenti, a causa di una leggerezza umana, non possono e non devono succedere. Ciao Lucky, scusa per la pochezza di questo mondo e corri sul ponte dell’arcobaleno».



QUATTRO CUCCIOLI DI CANE ABBANDONATI IN UNO SCATOLONE NEL PIACENTINO

Quattro cuccioli meticci abbandonati in uno scatolone. A ritrovarli sono stati gli operatori del canile di Montebolzone che ora dovranno metterli in adozione. I quattro meticci sono stati abbandonati davanti al cancello del canile da una persona che è stata anche ripresa dalle telecamere e che, forse, non voleva pagare i 500 euro della rinuncia di proprietà della cucciolata. "I cuccioli sono in apparente stato di buona salute - ha rassicurato il responsabile del canile Giovanni Peroni - ora li doteremo di microchip. li vaccineremo in modo da renderli adottabili"


lunedì 7 aprile 2025

STRAGE DI GATTI AVVELENATI A VITTORIO VENETO

 VITTORIO VENETO – Chi possiede un animale domestico sa bene quanto affetto riescano a ispirare. Si può ben comprendere, quindi, il dolore di Federica che ci scrive dopo l’ennesima perdita di uno dei suoi amati gatti, per mano di ignoti avvelenatori a Cozzuolo, in zona via dell'Aviere e via dell'Alpino a Vittorio Veneto. “Sono una proprietaria di gatti ormai delusa e senza speranza – racconta Federica -. Hanno avvelenato un micio che adoravamo, un altro è scomparso. Ieri è stato trovato un altro gatto avvelenato”.


La vittoriese racconta che non è la prima volta che si verifica una moria di animali domestici: “Già nel 2017, sempre nel mio quartiere, siamo riusciti a salvare una gatta con 5 giorni di ospedale veterinario, un'altra non ce l'ha fatta: da autopsia il risultato è stato avvelenamento da Aldicarb, prodotto vietato dal 2005. Nel giro di una settimana abbiamo trovato un altro gatto morto presumibilmente dallo stesso veleno (nessuna ferita)”. Insomma, una strage di bestiole, così Federica già venerdì sera ha provato a contattare diversi numeri di telefono, ma: “L'Ulss è attivo solo nei giorni feriali, come pure l'istituto zooprofilattico di Legnaro che esegue le autopsie. Mi hanno detto di tenere il cadavere del gatto in frigo, ma può immaginare la situazione... sta di fatto che anche la volta scorsa nessuno si è presentato per un sopralluogo: ho letto che dopo un'autopsia con accertato avvelenamento parte una segnalazione e deve essere fatta una bonifica dell'area”.

Ma quando viene sparso del veleno, inevitabilmente, ne restano vittime anche la fauna selvatica, come racconta Federica: “Due settimane fa ho trovato inoltre 4-5 rospi morti, intatti, con la lingua fuori. Qui abbiamo diversi animali selvatici, anche dei ricci che mangiano il cibo dei gatti. Volevo sensibilizzare la popolazione. Ci sono anche cani che girovagano nell'area e i proprietari devono sapere i rischi che corrono”. Il problema è serio, perché oltre a far soffrire chi ha degli animali da compagnia che vengono uccisi dagli avvelenatori, si tratta di un comportamento che mette in pericolo anche gli esseri umani, in particolare i bambini. Va ricordato che l’uso di veleni è un reato penale.

Spargere veleno per topi, in un luogo di transito pubblico o in un luogo privato di proprietà altrui, commette il reato di Getto pericoloso di cose ex art. 674 del codice penale, punito con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda fino a duecento sei euro. Ma attenzione: qualora il veleno provochi la morte di un animale, l’autore commetterà il reato di uccisione di animale punito dall’articolo 544 bis del codice penale con la reclusione da quattro mesi a due anni. Nel caso in cui l’animale, a causa del veleno, abbia un danno alla salute, il responsabile commetterà il reato di maltrattamento di animali, ex articolo 544 ter del codice penale, punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. Quindi i responsabili della strage di gatti a Cozzuolo sono avvisati!

GATTO MORTO AVVELENATO IN PROVINCIA DI ROVIGO

Bocconi avvelenati che qualche mano criminale avrebbe lanciato con l’intento di colpire qualche animale, ma che avrebbero messo a rischio soprattutto cani e gatti, tanto che a farne le spese, morendo per effetto di quanto ingurgitato, sarebbe stato proprio un gatto “di casa”.

A lanciare l’allarme sul pericolo delle “polpettine mortali” è l’associazione Una Rovigo, che si occupa della gestione dell’oasi felina di via de Polzer e, più in generale, del benessere degli animali d’affezione.

Con un post dal proprio seguitissimo profilo Facebook, infatti, l’associazione spiega: “Ci tenevo ad avvisarvi che a Rovigo in zona Tassina nuova qualcuno distribuisce bocconi per cani e gatti”.

La segnalazione che viene riportata, relativa a venerdì mattina, è corredata, purtroppo, dalla testimonianza di una vittima: “un gattino ha perso la vita con convulsioni e soffocamento in via Cime di Lavaredo. Si presume che il boccone sia stato ingerito nel parco giochi, dove spesso il gatto passava le giornate”.

Un pericolo, quindi che incombe in un’area frequentata anche da bambini. In attesa di conoscere gli sviluppi di questa segnalazione, sempre dal profilo dell’Una arriva un caloroso invito: “Chiedo cortesemente se si può fare un appello a tutti i padroni di cani o gatti tenuti liberi”.

Inevitabilmente, un simile post ha scatenato in calce un’ondata di indignazione oltre che di preoccupazione.

Il problema dei bocconi avvelenati colpisce, da anni, tutto il Polesine. Le segnalazioni, in questo senso, non si contano più. Anche se spesso non arrivano alla ribalta delle cronache. L’ultimo caso con un animale deceduto, in questo caso un cane, risale all’estate scorsa, a Fiesso. Ma anche a Rovigo i casi sono stati molteplici, come cinque anni fa quando in città giardino due cani rimasero intossicati da polpette avvelenate, uno si era poi salvato, l’altro purtroppo no.


domenica 6 aprile 2025

CANE ABBANDONATO E LEGATO SALVATO DA UN CICLISTA

 Durante un allenamento pomeridiano sulle strade rurali di San Donaci, il ciclista Lorenzo Perrone ha scoperto un cane meticcio bianco in condizioni disperate. Il cane era legato con un cavo metallico che avrebbe potuto strangolarlo se avesse tentato di sdraiarsi. La vista del povero animale, esausto e visibilmente deidratato, ha colpito Perrone, che immediatamente è intervenuto per soccorrerlo.Il soccorso decisivo

“L’animale era impossibilitato a muoversi e ogni tentativo di distendersi avrebbe potuto essere fatale”, ha spiegato Perrone, presidente dell’Asd Messapia Bikers. Con grande senso di umanità, ha fornito al cane l’acqua dalla sua borraccia, salvandolo da una morte certa per disidratazione o soffocamento. L’episodio è stato un chiaro esempio di come la presenza e la prontezza di spirito in momenti critici possano fare la differenza tra la vita e la morte.

L’intervento delle autorità

Subito dopo il salvataggio, Perrone ha contattato la Polizia Locale di San Donaci. Il comandante Enzo Elia è intervenuto prontamente, prendendo in carico l’animale e coordinando il suo trasferimento presso una struttura locale dove il cane potrà ricevere le cure necessarie. Il caso ha suscitato una forte reazione nella comunità locale, con un’indagine in corso per rintracciare il responsabile di questo crudele abbandono.

Grazie all’intervento di Perrone, il cane ha ora una seconda possibilità di vita, benché l’episodio lasci un’ombra di tristezza per la malvagità di cui sono capaci alcuni individui




AIDAA RILANCIA LE RICERCHE PER NINA CAGNOLONA PIICCHIATA DA UN CLOCHARD.

PESCARA (6 AP4ILE 2025) Era la metà del mese di aprile del 2024 quando diversi giornali e televisioni parlarono di Nina la cagnolona cucciola di pastore abruzzese picchiata e presa a calci da un clochard  chela deteneva alla stazione di Pescara. Per diversi giorni l'indignazione di molti riempi le pagine social con post durissimi contro il clochard. Purtroppo però la cagnolona fu restituita al clochard che poco dopo scomparve con lei e non servirono ne le denunce ne le richieste si sequestro fatte da diverse associazioni animaliste per ritrovare e garantire un futuro migliore a Nina. Dopo un anno di ricerche infruttuose torna alla carica l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA che tra le prime associazioni intervenne sulla vicenda rilanciando le ricerche di questa maremmana che dovrebbe vivere ancora con questo clochardche per vivere chiedeva l'elemosina prevalentemente nelle adiacenze delle stazioni ferroviarie delle città del centro Italia. "Ci sono arrivate in questi mesi alcune segnalazioni che però non hanno dato mai i risultati sperati- scrivono in una nota stampa gli animalisti di AIDAA- ora è passato quasi un anno ma noi non demordiamo, non sappiamo se Nina sia passata di mano, se sia ancora con il clochard o addirittura se è ancora viva, noi rilanciamo le ricerche perchè siamo fortemente convinti che non possiamo dimenticare nessun cane picchiato poi sparito- concludono gli animalisti di AIDAA- per questo chiediamo l'aiuto di tutti voi per rtrovarla segnalandoci eventuali avvistamenti via watts app al 3479269949. Se Nina è viva va ritrovata e tolta dalle mani del suo aguzzino. Ora!"

NINA IN UNA IMMAGINE DI UN ANNO FA


FRANCESCO PIO UCCISO PER I MORSI DI DUE PITBULL. CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER I PROPRIETARI DEI CANI

 La Procura di Salerno ha chiesto il rinvio a giudizio per una 32enne e un 38enne di Eboli, indagati per la morte del piccolo Francesco Pio D’Amaro. Il bimbo di soli 13 mesi, il 21 aprile dello scorso anno, fu azzannato dai due pitbull di proprietà della coppia. Entrambi sono accusati di concorso in omicidio colposo. 

L'inchiesta

Secondo gli inquirenti, i due avrebbero affidato i pitbull alla madre del bambino e agli zii, ritenuti incapaci di gestire in sicurezza animali così pericolosi. Francesco Pio morì, quel drammatico giorno, dopo un’aggressione improvvisa dei cani, che gli provocarono gravissime lesioni, tra cui fratture multiple, un trauma cranico-encefalico e danni agli organi interni. Nonostante i tentativi dello zio di soccorrerlo, il piccolo perse la vita nel giro di pochissimi secondi. Inoltre, secondo la tesi del pm, la pericolosità dei pitbull era già nota perchè un mese prima avevano azzannato e ucciso un altro cane.Nei prossimi giorni si terrà l’udienza preliminare e il Gip deciderà se accogliere o meno la richiesta della Procura.